
Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure.
Isaia 6:5
Queste sono le parole di Isaia che nel Tempio ebbe una visione della santità di Dio che lo terrorizzò a tal punto da fargli capire il suo stato di peccatore e temere per la sua vita. Per la ragione umana questo potrebbe sembrare un controsenso, invece è proprio questo il presupposto giusto per avere relazione con Dio e servirLo. Il Dio eterno, immenso, inaccessibile, vuole rivelarSi al peccatore e manifestare il Suo amore attraverso Cristo, per grazia, escludendo qualsiasi vanto umano. Non possiamo essere puri davanti a Dio se non accogliendo l’opera salvifica di Cristo. Questo testo prosegue parlando di un serafino presente nel Tempio che volò verso di lui, toccò le sue labbra con un carbone ardente preso dall’altare e annunciò dopo questo gesto: “la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato” (vv. 6-7). L’altare era quello dei sacrifici sul quale venivano poste le vittime per l’espiazione dei peccati; esso è figura del vero e ultimo altare che è stato il Golgota, e l’ultima vittima, pura di ogni colpa, è stata Gesù. Solo per la fede in Lui possiamo avere il perdono eterno.
G.B.
Isaia 6:5
Queste sono le parole di Isaia che nel Tempio ebbe una visione della santità di Dio che lo terrorizzò a tal punto da fargli capire il suo stato di peccatore e temere per la sua vita. Per la ragione umana questo potrebbe sembrare un controsenso, invece è proprio questo il presupposto giusto per avere relazione con Dio e servirLo. Il Dio eterno, immenso, inaccessibile, vuole rivelarSi al peccatore e manifestare il Suo amore attraverso Cristo, per grazia, escludendo qualsiasi vanto umano. Non possiamo essere puri davanti a Dio se non accogliendo l’opera salvifica di Cristo. Questo testo prosegue parlando di un serafino presente nel Tempio che volò verso di lui, toccò le sue labbra con un carbone ardente preso dall’altare e annunciò dopo questo gesto: “la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato” (vv. 6-7). L’altare era quello dei sacrifici sul quale venivano poste le vittime per l’espiazione dei peccati; esso è figura del vero e ultimo altare che è stato il Golgota, e l’ultima vittima, pura di ogni colpa, è stata Gesù. Solo per la fede in Lui possiamo avere il perdono eterno.
G.B.

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